LA
LINGUA FRANCOPROVENZALE
La Legge nazionale n. 482 del 15
dicembre 1999,
Norme in materia di tutela delle
minoranze linguistiche storiche, dà
attuazione allarticolo 6 della Costituzione della Repubblica
Italiana
(«La Repubblica tutela con apposite
norme le minoranze linguistiche»).
Sulla base di tali strumenti, il Comune di Usseglio ha
istituito, con deliberazione della Giunta comunale n. 13
del 23 febbraio 2008, uno Sportello
linguistico francoprovenzale,
identificandolo con il Museo Civico Alpino. Tale
sportello fa parte della rete degli sportelli linguistici
della Provincia di Torino.
Il Museo ha una sezione di Vita,
cultura, lingua e tradizioni locali,
che, collaborando con il Servizio Programmazione e
Gestione Beni e Attività Culturali della Provincia di
Torino,
svolge il compito di documentare e tutelare il patrimonio
linguistico francoprovenzale di Usseglio, in quanto bene
legato al territorio e alla sua storia.
Il francoprovenzale di Usseglio ha origine da uno dei tre
gruppi del galloromanzo: oc a Sud, oïl a Nord e
francoprovenzale a Sud-Est. Di quest'ultimo fanno parte
le lingue di val Sangone, bassa valle di Susa, val
Cenischia, valli di Lanzo, valli Orco e Soana, Valle
dAosta, Savoie, Lyonnais, parti di Dauphiné e
Valais, cantoni svizzeri di Fribourg e Neuchâtel.I PRIMI TESTI SCRITTI IN
FRANCOPROVENZALE
Tralasciando i
testi archivistici, letti da poche persone, è
interessante chiedersi quali siano i primi esempi di
francoprovenzale scritto letti da un pubblico
relativamente numeroso.
Per il Lyonnais vi sono Les légendes
en prose, del XII secolo (tredici
vite di santi tradotte dal latino) e il testo giuridico La
somme du code, del 1250-1280.
Marguerite dOingt (morta nel 1310) è autrice di
testi filosofico-religiosi, fra cui lo Speculum
del 1285.
In Valle dAosta, prima ancora della traduzione
della parabola Linfan
prodeggo (Il
figliuol prodigo), pubblicata nel
1855 da Jean-Baptiste Cerlogne (1826-1910), si registra
una divertente lettera datata 18 settembre 1849, scritta
e pubblicata da Laurent Pléoz nel 1850 ne LAlmanach
du Duché dAoste, in cui
lautore, fingendosi un certo Martin Songegai che si
rivolge a un amico avvocato, applica la casistica
grammaticale a un testo che vuole essere uno strumento
didascalico di discussione linguistica. La lettera, «tirée
des archives de limagination»,
è preceduta da una sintetica ma profonda analisi storica,
grammaticale e fonetica del francoprovenzale di Aosta e
dintorni.
A Usseglio, i primi testi scritti francoprovenzali sono
le poesie di Michelangelo Perino Bert, edite tra 1946 e
1957. Singoli lemmi e singoli toponimi risalenti al XVII
secolo sono però stati tramandati dal Registro
della Comunità, un documento
catastale del 1672-1682 che, accanto a parole italiane,
ne utilizza altre che alla normalizzazione italiana sono
sfuggite.
LA POESIA
FRANCOPROVENZALE A USSEGLIO
Lespressione
in versi di sentimenti e realtà secondo una propria
visione del mondo ha profonde radici in Usseglio, che
già ispirava a Luigi Cibrario (1802-1870) la raccolta Raggi
dellanima (1861). La frazione
Perinera ha dato i natali a Michelangelo Perino Bert (1900-1982),
che con Stèile alpin-e
celebra il paesaggio della sua infanzia, scrivendo in
piemontese e in francoprovenzale. Fra i poeti doggi
che si esprimono in francoprovenzale emergono Luisa
Cibrario (Il fieno di san Pietro,
Lou fèn d san Pérou),
la cui opera riflette la memoria dei luoghi e le usanze
locali, e Mauro Giardino (Mai solo,
Mai soul), che esprime intensamente
il suo senso di appartenenza al territorio: entrambi gli
autori, apprezzati in ambito extraregionale (Concorso
Nazionale di Poesia del Comune di Livinallongo del Col di
Lana), sono legati alla frazione Villaretto.
STORIA DEGLI
STUDI
La denominazione «francoprovenzale» (1873) si deve al
glottologo Graziadio Isaia Ascoli (1829-1907), al quale
è anche dedicata una via di Torino. Negli anni 1911-1914
Benvenuto Aronne Terracini (1886-1968) ha pubblicato il
primo studio sulla lingua di Usseglio, divenuto punto di
riferimento per le ricerche successive. Fra gli studiosi
che hanno contribuito a una definizione storica del
francoprovenzale si ricordano Corrado Grassi e Tullio
Telmon dellUniversità di Torino. Questultimo
ha paragonato il francoprovenzale a una costellazione di
parlate unificate dalla comune esperienza storico-culturale
e da una sempre possibile reciproca comprensione,
ottenibile con piccoli sforzi di adattamento.
Linteresse dellargomento è sottolineato
dalle tesi discusse in tale Università, fra cui La
parlata franco-provenzale di Viù,
di S. Versino (1971), e Ricerche di
toponomastica romanza sul catasto di Usseglio del 1607,
di Claudia Giacomelli (1994), diretta da Giuliano Gasca
Queirazza. Nel 2006 il Museo di Usseglio ha edito Come parlano gli ussegliesi, rielaborazione della tesi di
primo ciclo di Silvia Re Fiorentin, diretta nel 2005 da
Tullio Telmon: lopera esamina la percezione che gli
ussegliesi hanno della loro lingua in rapporto a
piemontese e italiano, mostrando che il francoprovenzale
prevale come lingua di comunicazione «interna», mentre
litaliano (e non più il piemontese) è oggi
utilizzato per comunicare con gli estranei alla comunità.
Nel 2008, la stessa autrice, diretta ancora da Tullio
Telmon, ha scritto la tesi di secondo ciclo La
toponomastica del Comune di Usseglio,
con analisi di 500 toponimi, in conformità alle linee
guida dellAtlante
toponomastico del Piemonte montano, in fase di realizzazione presso
lUniversità di Torino.
Lo sportello linguistico del Museo di Usseglio si
inserisce in questo contesto di studi come garante della
documentazione e della conservazione della lingua locale,
attuando interventi tramite le ricerche in archivio, la
didattica, i percorsi espositivi, audiotesti e videotesti.
LE RICERCHE IN
ARCHIVIO
Allinterno
del Museo, il recupero della lingua francoprovenzale e
dei suoi significati, in un quadro di ricostruzione
dellidentità storica locale, ha preso avvio con la
trascrizione di alcuni documenti di archivio, finalizzata
allallestimento della mostra Storie di
pietra, terra e acqua, Documenti dellArchivio
Storico del Comune di Usseglio (2007). Fulcro
della mostra era il già ricordato Registro
della Comunità del 1672-1682, da cui si sono
ricavati toponimi e antroponimi legati alla descrizione e
alluso del territorio, analiticamente commentati
nel catalogo della mostra. I toponimi rilevati dal Registro
hanno antecedenti nei Consegnamenti
del 1607, il documento catastale più antico di Usseglio,
conservatosi solo parzialmente e utilizzato da Claudia
Giacomelli nella sua tesi.
LA DIDATTICA
Il
binomio didattica-francoprovenzale nasce su di un terreno
localmente fertile.
La Scuola elementare di Usseglio ha infatti prestato
particolare attenzione alla cultura e alla lingua locali,
instillando negli scolari linteresse e il senso
dimportanza del recupero dei significati culturali
della tradizione linguistica.
Il Museo in questo campo propone alle scuole e agli
adulti tre laboratori sulle antiche
strutture produttive alpine (Filalalana,
Farina del mio sacco,
Una memoria di ferro),
i cui percorsi, dallosservazione alla
sperimentazione, non perdono mai di vista gli aspetti
linguistici legati alleconomia tradizionale montana.
Fanno parte delle attività didattiche del Museo le
rappresentazioni teatrali ispirate a episodi della storia
locale, recitate dai ragazzi di Usseglio, prevalentemente
in italiano ma talora in francoprovenzale, con intermezzi
di danze e musiche tradizionali.
|
«LANELLO
FORTE DI USSEGLIO»
FORUM STORICO SUL RUOLO DELLE DONNE NELLA COESIONE
SOCIALE E FAMIGLIARE DI UN VILLAGGIO ALPINO Guarda
il trailer del film
Lidea
di attuare una iniziativa specificamente rivolta a
riconoscere il ruolo delle donne nella società e nella
famiglia tradizionali di Usseglio è nata nella primavera
del 2011 tra alcune donne, collaboratrici del Museo,
molto legate alla frazione Villaretto, a seguito della
constatazione che in passato le iniziative del Museo
avevano messo al centro dellattenzione figure
maschili (per il Mulino Voulpòt, per le mostre sui
pittori Ferro Milone e Sauli dIgliano etc.), ma non
femminili.
In particolare,
queste donne hanno attirato lattenzione su di una
specifica figura femminile vissuta nel primo ottantennio
del XX secolo, distintasi fra laltro in compiti
gravosi, di grande responsabilità o anche sgradevoli,
quali lassistenza alle partorienti o la
ricomposizione delle salme.
La Direzione e il Comitato scientifico del Museo, in
accordo con Silvia Marchisio (archivista paleografa e
responsabile del Museo per la storia contemporanea) e con
la Soprintendenza Archivistica per il Piemonte e la Valle
di Aosta, hanno ritenuto che lidea andasse
senzaltro accolta, allargando il discorso a diverse
altre figure femminili di Usseglio, che avessero lasciato
una impronta formativa nella vita sociale del paese.
È quindi stato aperto un forum, al quale hanno aderito,
oltre ai conservatori del Museo, diversi collaboratori
esterni che già avevano prestato la loro collaborazione
in occasione di analoghe iniziative, tra cui in
particolare le mostre «Storie di
pietra, terra e acqua. Documenti dellArchivio
Storico del Comune di Usseglio» (2007)
e «Pietra, legno e colore: scultura
e intaglio a Usseglio» (2008).
Il titolo del forum intende riconoscere apertamente
lalto valore storico, sociale, etico e metodologico
del celebre volume di Nuto Revelli (Lanello
forte. La donna: storie di vita contadina),
edito a Torino da Einaudi nel 1985. Ciò non esclude
altri riferimenti più recenti e locali, quali Una
fatica da donne, di Marica Barbaro,
Carla Parsani Motti e Maria Teresa Pocchiola Viter (2000),
o Famiglia, matrimonio e condizione
della donna in una comunità alpina,
di Floriana Montani (2004), editi dalla Società Storica
delle Valli di Lanzo.
I partecipanti al forum si sono così attivati nella
ricerca e raccolta di documentazione sulle attività e
sugli ambiti riservati alle donne nella società e nella
famiglia tradizionali locali, con particolare riguardo
agli aspetti più gravosi, difficili o poco gradevoli di
cui queste erano portate dalla situazione a farsi carico.
Non vi sono state preclusioni sul tipo di fonte:
interviste, riflessioni, ritratti, documenti storico-archivistici
e bibliografici, materiali fotografici, testimonianze
artistiche e letterarie...
Tale documentazione permette oggi - giugno 2012 - di
pubblicare una raccolta di saggi , ottavo volume della
collana Letture dal Museo Civico
Alpino «Arnaldo Tazzetti», e di
produrre un DVD, che mostra una intervista filmata corale
in francoprovenzale (con sottotitoli in italiano) ad
anziane donne di Usseglio di oggi, riunitesi per
discorrere, dialogare e rispondere a domande su sé
stesse e sulla vita delle donne di Usseglio di ieri.
I PERCORSI
ESPOSITIVI
Il Museo cura la tradizione linguistica e toponomastica
locale anche attraverso i propri apparati didascalici,
inserendo ed evidenziando capillarmente la trascrizione
di termini e nomi di luogo francoprovenzali nei pannelli
e nelle targhette esplicativi esposti sia
allinterno delle proprie sale, sia lungo
litinerario esterno del MVSEO
DIFFVSO, un percorso didattico
autoguidato che si snoda a partire dal complesso
monumentale, in cui hanno sede il Museo e il giardino
roccioso «Francesco Peyrolery»,
sino alla frazione Crot, passando per la frazione
Villaretto.
AUDIOTESTI E
VIDEOTESTI
Il recupero
strutturale e la valorizzazione ambientale del Mulino
dei Voulpòt in frazione Villaretto,
realizzato nel 2007-2009, hanno comportato la
registrazione della testimonianza orale di Franco Ferro
Famil «Voulpòt», classe 1931, figlio dellultimo
conduttore del mulino e protagonista di una intervista
filmata in francoprovenzale che affronta i principali
argomenti tecnici, economici e sociali concernenti il
funzionamento dei mulini ad acqua tradizionali. Il
filmato, sottotitolato in italiano, è periodicamente
proposto ai visitatori del Museo nel corso di varie
manifestazioni, fra cui le Settimane
della cultura del Ministero per i
Beni e le Attività Culturali.
Altre interviste, alla poetessa Luisa Cibrario e ad Anna
Perino, cultrice delle tradizioni della frazione Perinera,
sono state realizzate (2009) da Marta Balzarro,
studentessa della Facoltà di Architettura di Torino, nel
quadro di un seminario sullimmaginario popolare.
BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE
GATTIGLIA A.,
MARCHISIO S. (a cura) 2007. Storie di pietra,
terra e acqua. Documenti dellArchivio Storico del
Comune di Usseglio. Usseglio.
GIACOMELLI MIORELLI C. [2001]. Nostou patouà. L. Longhi
Borla, A. Reffieuna Roch (red.), Usoei Uxellos
Usseglio: 176-184. Rivoli.
RE FIORENTIN S. 2006. Come parlano gli
ussegliesi. Usseglio.
TERRACINI B.A. 1911-1913-1914. Il parlare dUsseglio.
Archivio Glottologico Italiano XVII
(II): 198-249; XVII (III): 289-360; XVIII (I): 105-186.
Torino.
TUAILLON G. 2001. La
littérature en francoprovençal avant 1700.
Grenoble.
Testo di Rosanna Moroni
(Sezione di Vita, cultura, lingua e tradizioni locali, rosanna.moroni@libero.it), Anna Gattiglia (Sezione
di Archeologia mineraria e storia delle risorse
economiche, anna.gattiglia@unito.it) e Maurizio Rossi (Sezione
di Archeologia rupestre, studio@antropologiaalpina.it).
Manifestazione
per il 150° Anniversario dell'Unità
d'Italia
Guarda Provincia di Torino -Video
minoranze linguistiche
Guarda Salone del libro 2012 -Video
minoranze linguistiche
Scarica Atlante delle minoranze
linguistiche del Piemonte e della Provincia di Imperia
Leggi Le lingue madri
|